Antichi
indovinelli, enigmi, e profezie di autori più o meno famosi.
2^
parte
Le
soluzioni sono a fine pagina
1.
Dall'Antologia Palatina
L'"Antologia
Palatina" è una raccolta di 3700 epigrammi greci, composti
da più di 300 poeti dal IV secolo (-) alla tarda età
bizantina. Fu scoperta da Salmasius nel 1607 nella Biblioteca
Palatina di Heidelberg, in un codice dell'XI secolo. I testi
sono raccolti in 15 libri, secondo l'argomento. L'antologia fu
compilata nel X secolo da Costantino Cefala (autore anche di
alcuni epigrammi), che si rifece a raccolte e scritti
precedenti. Riguardo al contenuto, sono presenti epigrammi
cristiani, erotici, dedicatori, sepolcrali, epidittici,
protreptici, conviviali, aritmetici. Per stile, lingua,
estensione cronologica si tratta di testi eterogenei: vi sono
poesie di alta qualità espressive (come quelle di Meleagro,
Paolo Silenziario, Pallada), ma anche componimenti
retorico-scolastici, e triviali. Nel 1301, muovendo da questa
antologia, il monaco bizantino Massimo Planude compose una nuova
antologia, detta "Planudea": essa fu stampata per la
prima volta a Firenze nel 1494 da Giovanni Lascaris,
comprendente 2400 epigrammi di cui 388 "nuovi"
rispetto alla Palatina: nelle edizioni moderne
dell'"Antologia Palatina" si includono questi
epigrammi in aggiunta al 16 libro dell'Antologia, in una "Appendix
Planudea".
Nera,
candida, bionda sono io, sono umida e secca
Quando
sui piani di legno mi stendi, in virtù della mano
e
del ferro, favello senza nome.
|
2.
Symphosium - Poeta latino della decadenza.
Ha scritto 100
indovinelli di tre esametri ciascuno durante una festività
dedicata a Saturno (Saturnales) e li ha proposti per
divertimento, come dice nel suo prologo. L’opera si Simposio
è stata soprattutto un modello e uno
stimolo per le numerose collezioni medioevali di enigmi (Adhelmus,
Tatuinus, Tullius etc.)
Da
morte ho vita: e son di vita priva
Tosto
ch'io nasco: e morte ho pria che vita:
né
sia che d'altro padre io nasca o viva.
|
3.
Aldhelmus -Aldelmus
era nato nel Wessex intorno al 639 (morì a Sherborne [Dorset]
nel 709), sassone (il suo nome in sassone era Ealdhelm), fu
abate di Malmesbury e vescovo di Sherborne. Sulla sua poesia in
lingua sassone è rimasta solo la testimonianza di re Alfred
citata da Guglielmo da Malmesbury. Le opere pervenute, che sono
i primi documenti della cultura sassone, sono scritte in latino,
in uno stile artificioso e ornato. Oltre al trattato "Lodi
della verginità" (De laudibus virginitatis), e al poema di
analogo contenuto Lodi dei vergini (De laudibus virginum), di
lui si ricorda in modo speciale la lettera ad Aldfrid di
Northumbria (Ad Arcicium), contenente una raccolta di
"Enigmi" (Aenigmata) in esametri latini, cui si fa
risalire il genere tipicamente anglosassone dei riddles
(indovinelli)..Poeta dell'età
merovingia
Veramente senza il
mio consiglio, niente conserva i suoi esseri viventi,
in più nessun occhio può vedere il mio volto. Chi
non sa che dal mio potente potere girano le volte
elevate del cielo, il sole splende, e la luna segue il
suo corso ? |
4.
Tatuinus - Poeta latino dell'età merovingia
Una luce solitaria
, ho ricevuto la vita negata a mio fratello, ma dopo
la mia stessa morte sarò felice della sua compagnia,
e poi avremo una vite senza fine. Così andrà a
vivere uno che non è mai stato vivo. Chiunque dubita
di questo fatto, vedrà le due precedenti verità. |
5.
Tullius - Poeta latino dell'età merovingia
Io, bella madre
ornata raccolgo molti, riunisco tutti insieme chiunque
volentieri nel gesto del petto, e quelli che prima mi
diedero cari baci, ora spogliata, mi lasciano in modo
ignobile. Nessuno, come a me, restituisce cose cattive
per cose buone: quelli che ho allattato, mi buttano
nuda in un angolo con i piedi. |
6.
Aenigmata 'Laureshamensia' - Età merovingia
Vi
è nei boschi un albero che si scrive con otto
lettere,
togline
le ultime tre….. e ne troverai una su mille!
|
7.
Madonna Daphne di Piazza. - Sembra si tratti dello pseudonimo
sotto cui si nascondeva Maddalena Sigiuzzi, poetessa e figlia di
poeta, nata in Piazza Armerina (Sicilia) nel 1499 e morta nel
1550
Nel
grembo al dolce odor delle mammelle
D'una
leggiadra donna il spirto presi,
e
a quella e ad altre buon merto ne resi,
che
van per l'opra mia superbe e belle…..
|
8.
Leonardo da Vinci - Oltre ai "rebus", Leonardo da
Vinci è anche autore di varie composizioni di intonazione
ambigua: le sue "Profezie", che apparentemente
alludono all'Apocalisse. Colgono in realtà aspetti della vita
quotidiana e sono una anticipazione della moderna enigmistica.
9) Vederassi l'ossa
dei morti, con veloce moto, trattare la fortuna del
suo motore. |
130) Molti figlioli
da dispietate bastonate fien tolti delle proprie
bracciadelle lor madri e gittati in terra e poi
lacerati |
9.
Michelangelo Buonarroti , il giovane - Nacque a Firenze nel 1568
da Leonardo, nipote del grande Michelangelo, e da Saccandra
Ridolfi. Negli anni 1596 e 1597 fu arciconsole dell'Accademia
della Crusca. Morì l' 11 gennario 1646 e fu sepolto in Santa
Croce.
Porto
la cappa in casa e fuor non già:
di
terra ho il capo e le gambe di sasso
con
le qual non fò un passo
eppur
il nome mio è d'uom che va.
|
10)
Tommaso Stigliani - (1573 - 1651) E' autore , tra l'altro, di
enigmi, in apparenza scollacciati, ma con una soluzione del
tutto ordinaria.
Son
tutto coda, e di color brunetto
E
son da l'un dei capi perforato,
talor
mi vedi passo, e sottiletto,
talor
mi vedi poi grosso, e tirato,
servo
a le Donne giacenti nel letto,
benchè
ne' Maschi ancor venga adoprato.
Poi
alfin quando da lor mi disunisco,
gettando
human licore, impicciolisco.
|
11.
Giulio Cesare Croce - (1550 - 1609) L'autore di "Bertoldo e
Bertoldino", è anche scrittore di enigmi
Di
gran lignaggio siamo, e in grand'altura
nate
fra selve ed ombre amene e grate;
ma
da rustiche mani (o che sciagura)
e
piedi e braccia e man ci son tagliate;
e
tratte in terra (ahi misere) con dura
pena
ugualmente siam strette e legate;
poi
senza avere errato di niente,
or
l'una, or l'altra è data al fuoco ardente.
|
12.
Straparola Gianfrancesco - (Fine del secolo XV - ca. 1557)
Novelliere nato a Caravaggio (Bg). Ebbe grandissima fortuna la
sua raccolta di novelle pubblicate a Venezia tra il 1550 ed il
1553 sotto il titolo "Le piacevoli notti"
Il
candido mio nervo duro e forte,
parte
peloso e parte perforato,
entròvvi
bianco e asciutto, o dura sorte !
e
fuori doppo uscì nero e bagnato.
Onde
servir altrui mai non si stanca,
se 'l duce che lo guida non
gli manca.
|
13.
Antonio Malatesti - (Firenze 1610 - 1672) Autore dall'ingegno
vivace ed estroso, è l'enigmografo di maggior rilievo del
secolo.
Musico
sono, e mentre canto qua,
in
su la chiave del Bimolle vo;
e
se la casa mia sta ferma, o va,
o
saltando, o nuotando io me ne sto;
poi
se la spoglia il corpo lascerà
fra
i primi infarinati forse andrò:
alfin
conforme agli ordini prescritti,
sarò
dell'accademia dei Rifritti.
|
14.
Prospero Mandosi (o Mandosio) - Poeta e biografo, nacque a Roma
nel 1650, dove morì alla non tarda età di 59 anni nel 1709. E'
l'autore di "Centuria d'enimmi"
Son
senza capo e senza piè, ma in petto
Ho
gli occhi sempre aperti e così ghiotti
Che
mangio spesso senza che m'abbotti,
perché
quello che mangio ancor rigetto.
|
15. Leone
Santucci (Caton l'Uticense) - Lucchese, nato nel gennaio 1636,
morì il 27 novembre 1724. Si sa che fu canonico di S. Giovanni
Sdegnado
i miei natali umili e bassi
Anch'io
presso ad alcun cerco avanzarmi,
ma
chi mi dà favor stolto ben parmi,
che,
a danno suo, tanto innalzar mi lassi.
Se
posso anch'io con perigliosi passi,
di
dare ardue scalate il vanto darmi:
condegno
il serto chei vorrà negarmi,
chè
a prove tali in guiderdon pur dessi ?
In
campagna passar la vita soglio,
ove
il posto la sorte mi destine,
e
sui sassi mi stendo e non mi spoglio.
Sentite
opre stupende e peregrine;
diroccar
e sbarrar più mura voglio
io
con la barba, che Sanson col crine.
|
16.
Tagliaventi Sulpizio - Nulla si sa dell'autore, tranne che i
suoi "Indovinelli onesti e curiosi…" furono
pubblicati a Milano il 7 ottobre 1757
Tutto
il dì sto in berlina,
né
mai feci rapina,
e
spesso quel tirare mi molesta,
che
il collo mi rompo, e giù cade la testa.
|
17.
Chiariti Stefano - "N.H. Stefano Chiariti, patrizio
lucchese" è quanto si sa di lui, e risultante nella
presentazione dell'edizione veneziana del 1784 dal titolo
"Enimmi da indovinare pubblicati per diletto della gioventu".
Dai
dotti solo vengo maneggiata,
e
a tutti impongo regola, e misura;
severa
son, perciò son rispettata,
spazio
per tutto, non mi stringon mura,
e
pure in luogo stertto confinata
mi
trovo custodita con gran cura:
senza
me languirebbe il mondo tutto;
saria
dei pazzi un orrido ridutto.
|
18.
Giovan Battista Taroni - Letterato e sacerdote bolognese,
vissuto a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, è l'autore di
"Cento nodi da sciogliere", soggetti da enigma in
ottave.
Sto
per lo più sepolto e pur non moro
E
mi diletto delle cose antiche;
perché
mai non tralascio il mio lavoro
vede
col tempo ognun le mie fatiche.
Non
son fiera eppur lacero e divoro
Senza
uscir dalle mie tane mendiche
Anzi,
quando più dentro a loro m'ascondo
Maggiori
danni partorisco al mondo
|
19.
Accademico Intronato Rozzo e Iegeo - Fu quasi sicuramente un
ecclesiastico senese. Pubblicò i suoi "Enimmi
inediti" nel 1818.
Fatti
incapaci a sostener l'acciaro
Quando
i miei genitor vengono a morte ,
entro
l'urna, che schiude a lor le porte
a
comparir sul mondo io mi preparo.
E
allor ch'egli senza alcun reparo
Stritolalate
già son le membra smorte,
io
fra gli strazzi di sì cruda sorte
attingo
della vita il don più caro.
Nata
ch'io son ciaschedun mi vuole,
chi
per bene impiegarmi, e chi soltanto
a
frodi, e vili uffici usar mi suole.
E
perché destar soglio, e riso, e pianto
Talun
mi brama, altri di me si duole,
ma
bene, o mal di servir tutti ho il vanto
|
20. Il
Resoluto dei Rozzi (Giovanni Cenni) - Corrisponde nella realtà
ad Angiolo di Giovanni Cenni, nativo di Munasterio presso Siena,
ma trasferitosi in città dove aveva aperto una bottega di
maniscalco alla Postierla. Le edizioni dei suoi "Sonetti
giocosi" appaiono attorno al 1538 e al 1547.
Siam
due in nome e sol una in presenza
E
conversiam con donne pur assai;
ma
siam molto maggior fra i pecorai,
e
a molti ancor che non posson far senza.
Fatte
con arte con grande avvertenza,
ne
senza padre siam vedute mai.
Prima
che siam fornite, molti guai
Ci
da chi di sé fatto ha speienza…..
|
Da
poi che morte trionfò nel volto
Di
quei, che meritorno eterna vita,
con
la potenzia mia quasi infinita,
ho
all'oblivion lor nome tolto
simil
d'alcun sì scelerato, e stolto,
e
son custode alla seconda vita,
e
so scorgere il vero, anzi s'addita,
e
prezar lor costumi, hor poco, hor molto;
tengo
in me di vinsei generationi,
di
figure variate, e di tal sorte,
che
si serve di lor molte nationi:
Queste
han tal forza, che doppo la morte
Fanno
vivere i nomi non men buoni
Di
chi fu a Virtù vero consorte.
E
per mia mala sorte,
quantunque
liber nasco, hor son legato,
e
molto spesso serrato, e inserrato;
Lettor,
deh sia pregato,
se
vuoi ch'io mostri a te, ch'i' son aperto,
non
mi tener serrato né coperto.
|
21.
Parlaschino Francesco - Nulla si sa dell'autore salvo che è
originario della Valsassina (Como), e fu contemporaneo del Cenni
(Resoluto dei Rozzi). Enigmografo occasionale.
Son
quasi di natura viperina
Lunga
e sottile, e quando son di mira
Faccio
tanto flagel, tanta ruina
Che
faccio impallidir chiunque mi rira.
Sto
nella grotta mia sera e mattina,
né
esco fuori s'altri non mi tira.
E
fui di natura stabilita,
che
fò più danno nuda che vestita.
|
22.
Ostilio Contalgeni (Coltellini Agostino) - Accademico apatista
(1613-1693)
Nasco
sotterra, e grato alle persone,
non
son carne, né pesce, e son nimico
de'
Bacchettoni, a Vener molto amico;
benchè
mi cacci il micidial d'Adone
|
23.
Mirtunzio Fosildo . - Niente si sa di lui, salvo quanto compare
nella dedica dell'editore nella pubblicazione avvenuta a Venezia
nel 1796 delle "Veglie autunnali divise in cento enigmi per
veglia", in cui si dice che l'autore ""si
distingue tra tanti Poeti del secolo corrente""
Viva son io, e
in cava oscura
Senza
stromento alcun fatico e peno;
m'ammira
il villanel che per natura
volga,
e rivolga su di un piano terreno
informa
massa, ancor tenace e dura:
ond'ei
si cruccia, e quasi d'ira pieno,
aspra
vorrebbe far di me vendetta,
ma
al chiaro dì fuggir son io costretta.
|
24.
Musici Girolamo - Le sue "Rime diverse ingegnose"
furono pubblicate a Padova nel 1566 e poi nel 1570 in
commemorazione della moglie Laura Gabrieli. Null'altro si sa
della sua vita.
Non
nacqui mai, né può contra me Morte;
chè
vita a morte do a chi nasce e more,
ond'a
me sol dar si convien honore
sì
come solo con potente e forte.
Non
m'abbraccia di corpo alcuna sorte,
et
veggo et odo, e son a tutte l'hore
di
qual si voglia loco entr'e di fuorw,
senza
luoco capir e passar porte.
Cosa
non è, non fu, né fia giammai,
che
s'allontani dalla mia presenza,
ch'è
mia ragion ciò che s'ammira e vede.
Ma,
chi ama di mia grazia i caldi rai,
della
sua stessa apprendi la mia essenza,
che
felice èn chi mi conosce e crede.
|
25). Mattei
Loreto - Ternano (1622-1705) prima sposo felice di tre
figli, poi dopo la morte della moglie, prete di Santa Romana
Chiesa
Io
sono un gabbamondo, un mensognero
Che
dico le bugie fin quando taccio;
tutta
apparenza è l'opera che faccio,
e
di gabbar la gente è il mio mestiero.
Se
ad intendere non do per bianco il nero,
il
vicin per lontan, punto non piaccio;
ma
quando inganno più tant'ho più spaccio
e
se non so gabbar non vaglio un zero.
Nel
mio vestir non mi serbo un colore
Bianco,
ner, rosso, gial, verde ho il cappello
Secondo
che nel capo ho vario umore.
Eccoti
il mio ritratto, il mio modello,
acciò
non prendi a ravvisarmi errore,
me
ti ho voluto pingere a pennello.
26.
Machiavelli Nicolò - Enigmografo occasionale.
Spesso
costei i buon sotto i piè tiene,
gl'improbi
innalza, e se mai ti promette
cosa
veruna, mai te la mantiene.
E
sottosopra e stati e regni mette,
secondo
che a lei pare, e i giusti priva
del
bene, che agl'ingiusti larga dette.
Questa
incostante Dea, e nobil Diva
Gli
indegni ispesso sopra un seggio pone,
dove
chi degno n'è mai non arriva.
Costei
il tempo a suo modo dispone;
questa
ci esalta, questa ci disface
senza
pietà, senza legge, o ragione …..
|
27. Don
Elia Maier - Si sa solo che è sicuramente napoletano, ed il
"don", più che un omaggio allo spagnolismo popolare
della città natia, fa pensare che fosse un ecclesiastico
soprattutto in relazione all'argomento trattato nei suoi "Quaternali
enigmatici"
Dall'alto
del suo legno già passato,
è
il classico signore, assai picchiato,
che
per aver le mai troppo bucate
a
reggersi sui chiodi ormai mirate.
|
28.
Alberto Pane - Scrittore ed enigmografo (Roma 1920 - 1995)
Dando
l'appoggio per la distensione,
perché
fosse irretito, ora si tratta
che
al primo cenno di sollevazione
sarà
costretto in piazza alla disfatta.
|
Soluzioni
|
1)
Antologia Palatina
|
|
La
cera spalmata sulle tavolette scrittorie
|
2)
Symphosium
|
|
L'araba
fenice
|
3)
Aldhelmus
|
|
La
natura
|
4)
Tatuinus
|
|
Cieco
da un occhio
|
5)
Tullius
|
|
La
tavola - La mensa
|
6)
Aenigmata Laureschamensia
|
|
Castagno
(da cui … casta)
|
7)
Madonna Daphne di Piazza
|
|
Il
baco da seta
|
8)
Leonardo da Vinci
|
9
130
|
I
dadi
Le
noci, gli ulivi, le castagne
|
9)
Michelangelo Buonarroti il giovane
|
|
Il
camino
|
10)Tommaso
Strigliani
|
|
La
sanguisuga
|
11)
Giulio Cesare Croce
|
|
Le
fascine
|
12)
Gianfrancesco Straparola
|
|
La
penna
|
13)Antonio
Malatesti
|
|
Il
ranochhio
|
14)Prospero
Mandosi
|
|
La
grattuggia
|
15)Leone
Santucci
|
|
L'edera
|
16)Tagliaventi
Sulpizio
|
|
Il
bottone
|
17)Chiariti
Stefano
|
|
La
legge
|
18)Giovan
Battista Taroni
|
|
Il
tarlo
|
19)Accademico
Intronaro, rozzo ed Iegeo
|
|
La
carta
|
20)
Il resoluto dei Rozzi (Cenni )
|
1
|
Le
forbici
|
|
2
|
Il
libro
|
21)
Parlaschino
|
|
La
spada
|
22)
Ostilio Contalgeni
|
|
Il
tartufo
|
23)Minturzio
Fosildo
|
|
La
talpa
|
24)Musici
Gerolamo
|
|
Dio
|
25)Mattei
Loreto
|
|
Il
pennello
|
26)Machiavelli
Nicolò
|
|
La
fortuna
|
27)Don
Elia Maier
|
|
Il
crocifisso
|
28)Alberto
Pane
|
|
Il
letto
|
|